Caterina va in città (2003) - Commedia Film 102 minuti. Catarina va en ville, Caterina en Roma, Caterina flyttar till stan, Caterina i storbyen, Caterina va in Citt, Caterina Şehre Gidiyor, Caterina suuressa kaupungissa, Caterina va in citta. Caterina lascia la provincia con la famiglia e si trasferisce a Roma. Qui, si inserisce con disinvoltura nella vita cittadina, divisa fra l'amicizia con la figlia di un sottosegretario fascistoide e quella con la figlia di due "alternativi" sinistroidi. Virzì, dopo i tentennamenti e la mezza delusione di "My name is Tanino", torna con vigore al suo territorio prediletto, quello della commedia a sfondo sociale e politico. In questo caso la posizione è un po' sfumata, e meno definita che in precedenza: al centro della vicenda, infatti, non è più la lotta di classe o le amarezze della classe operia, ma la vacuità di valori di una gioventù che non sa più a cosa appigliarsi, dato che neppure i genitori offrono certezze condivisibili. Amaro e cinico come solo i maestri della commedia all'italiana sapevano in passato essere, Virzì si candida ad essere il cantore più credibile della crisi di una società che si morde incessantemente la coda, oltre che un ottimo direttore di attori. school friend, rome, italy, middle school, chorus, social life, first kiss, overbearing father, moving to a city, political humor, dramedy, fitting in
Caterina va in città (2003)
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Rilasciato: Oct 24, 2003
Durata: 102 minuti
: 4.5/10 di 252 utenti
Stelle: Sergio Castellitto, Margherita Buy, Alice Teghil, Federica Sbrenna, Margherita Mazzola, Carolina Iaquaniello
Crew: Paolo Virzì (Director), Dario Ceruti (Casting), Alessandra Perpignani (Sound Editor), Giovanni Stabilini (Producer), Paolo Virzì (Story), Guido De Laurentiis (Executive Producer)
Caterina lascia la provincia con la famiglia e si trasferisce a Roma. Qui, si inserisce con disinvoltura nella vita cittadina, divisa fra l'amicizia con la figlia di un sottosegretario fascistoide e quella con la figlia di due "alternativi" sinistroidi. Virzì, dopo i tentennamenti e la mezza delusione di "My name is Tanino", torna con vigore al suo territorio prediletto, quello della commedia a sfondo sociale e politico. In questo caso la posizione è un po' sfumata, e meno definita che in precedenza: al centro della vicenda, infatti, non è più la lotta di classe o le amarezze della classe operia, ma la vacuità di valori di una gioventù che non sa più a cosa appigliarsi, dato che neppure i genitori offrono certezze condivisibili. Amaro e cinico come solo i maestri della commedia all'italiana sapevano in passato essere, Virzì si candida ad essere il cantore più credibile della crisi di una società che si morde incessantemente la coda, oltre che un ottimo direttore di attori.